Pannello 2


Una piazza del villaggio molto animata

Si chiama Piazza della Trota e prende il nome dal famoso e omonimo Hòtel Ristorante della Trota, una vera istituzione e probabilmente il più antico edificio del suo genere nella Vallata

È un hotel leggendario, menzionato già nel 1662, situato in un posto panoramico bellissimo

 

Molti furono gli albergatori che si avvicendarono e lo modificarono nel corso degli anni, anche a causa di un incendio scoppiato nella metà del XIX secolo. Attualmente è proprietà della famiglia Lehmann.

 

Uno dei più celebri, fu Edgar Rochat, albergatore ma anche pioniere dell'industria del ghiaccio, commerciante di combustibili, di formaggi vacherins, trasporto viaggiatori e sfruttamento di una miniera di torba a Sagne-Avagnard. Viveva in un'epoca nella quale tutto sembrava possibile. Sempre all'erta, fiutando ogni affare favorevole  allo sviluppo turistico e alla vendita di prodotti tipici della regione. Fu una delle figure più emblematiche della sua epoca.

 

Edgar Rochat (1845-1929) fiero nella sua divisa di carabiniere
Edgar Rochat (1845-1929) fiero nella sua divisa di carabiniere
Le "Tre Grazie" figlie o signorine, al servizio d'Edgar Rochat, quando faceva l'albergatore
Le "Tre Grazie" figlie o signorine, al servizio d'Edgar Rochat, quando faceva l'albergatore

 

In questo hotel, c'era pure la sede della sezione di giustizia e una prigione, che in verità è rimasta quasi sempre vuota. Era anche luogo di riunione dei ragazzi del villaggio e altre società. In fondo alla piazza, c'era un chiosco gestito da Rachel Rochat, figlia di Edgar.

 

I gestori dell'hotel, partecipavano pure all'organizzazione di grandi avvenimenti. occupandosi delle voluminosi installazioni sulla vicina piazza della stazione, per i grandi avvenimenti tipo: inaugurazione della ferrovie Vallorbe-Le Pont poi Le Pont-Le Brassus, la festa per celebrare la fine del raccolto del ghiaccio, accoglienza dei rifugiati, Abbazia della "Giovine Svizzera" manifestazioni diverse, kermesse, con l'arrivo delle giostre.

 

I rifugiati belgi o francesi, rientrano nelle loro patrie, lasciando qualche cuore infranto
I rifugiati belgi o francesi, rientrano nelle loro patrie, lasciando qualche cuore infranto

 

La piazza, era anche il punto di partenza di passeggiate per turisti annoiati. in break o di slitte in inverno. Delle corse di pattinaggio si svolgevano sul lago e quelle di sci nei dintorni. Avvenimenti immortalati dalle foto di Jospeh Locatelli risalenti al 1915.

 

Fu sullo spiazzale della stazione, che Weber-Clement, il 2 e 3 settembre 1905, installa il suo materiale e proietta le prime immagini cinematografiche viste nel villaggio.

 

Tutto partiva o arrivava su questa piazza o nelle vicinanze. Diligenze postali, il battello Le Caprice a due passi e a poca distanza il treno, che collegava Le Pont-Vallorbe, inaugurato con tutti gli onori, alla fine di ottobre del 1886. Per festeggiare l'avvenimento, furono installate grandi tende. Un corteo impressionante con la fanfara in testa, attraversò il ponte per andare in direzione di Charbonnères. In breve, quello fu uno dei giorni più commoventi della vallata.

 

Fu solamente nel XX secolo, che l'albergo fino allora soprannominato dei "due pesci", in quanto sull'insegna ci sono una trota e un luccio, diventò ufficialmente l'Hotel de la Truite, nome poi semplificato solamente in La Trota.

 

Heliografia di Escher, 1784. Un pescatore e al sua consorte rientrano con i loro attrezzi, remi, canne da pesca e altri, dopo una pesca miracolosa
Heliografia di Escher, 1784. Un pescatore e al sua consorte rientrano con i loro attrezzi, remi, canne da pesca e altri, dopo una pesca miracolosa

Viva la Posta

 

Su questa stessa piazza, all'inizio del XIX secolo, la Posta comincia ufficialmente le sue attività. Fino al 1872, gli uffici erano situati in una casa in fondo alla piazza, poi trasferiti dove si trovano attualmente passando dall'estremità nord-est sul lungolago. Le diligenze arrivate dalla pianura e che ripartivano dai due lati della Vallata, arrivavano sempre sulla piazza. Dal 1899 in poi, in seguito all'apertura della linea ferroviaria, Le Pont-Brassus, sul lato occidentale del lago, i veicoli postali arrivavano a Le Sentier soltanto per la riva orientale, via L'Abbaye o Les Bijoux. I veicoli furono poi sostituiti da bus della società anonima Auto-trasporti della Vallata di Joux (AVJ).

 

Il telegrafo entrò in funzione nel 1860, il telefono nel 1896. L'ufficio postale era la centrale.

 

La Posta. Sul tetto si vedo i primi fili per il collegamento telefonico
La Posta. Sul tetto si vedo i primi fili per il collegamento telefonico

Ghiacciai di importanza europea

 

Nel 1879, dei ghiacciai artificiali e degli immensi depositi con doppia parete e con segatura isolante, furono costruiti sulle rive del lago di Brenet. Da allora e fino al 1942, il ghiaccio che si formava naturalmente, era depositato in enormi quantità ogni inverno, per essere poi inviate nelle grandi capitali svizzere o francesi. Questo ghiaccio era poi trasportato con carri trainati da cavalli fino a Vallorbe, poi a Croy e qui traslocato nei vagoni ferroviari appena fu costruita la linea Le Pont-Vallorbe nel 1896. La fine della prima raccolta, fu festeggiata alla grande.

 

"Il pittoresco villaggio di Le Pont d'abitudine calmo e tranquillo, nell'ultimo sabato era insolitamente animato, perché per la prima volta il direttore della fabbrica di ghiaccio, soddisfatto della raccolta e dei suoi valorosi operai, offriva una festa, dando anche l'arrivederci alla prossima stagione.

 

Alle 15,00 alla fine dei lavori e i depositi riempiti, tutto il personale, fra questi anche i cavalli, sfilavano in ogni via del paese, formando un gruppo pittoresco e originale. Peccato che le cattive condizioni delle strade, non premisero un maggior afflusso di spettatori, però tutti quelli in grado di reggersi in piedi, sia del villaggio che dei dintorni, erano accorsi formando due ali di folla, in mezzo alle quali sfilava il corteo, musica e tamburi in testa. Il primo a sfilare, asce in spalla, era il gruppo dei robusti carpentieri, i gaffieri*** con le loro lunghe gaffe, poi i padroni, seguiti dagli addetti ai trasporti e il resto degli operai con il loro attrezzi di lavoro. Chiudeva il corteo una forgia ambulante montata su un carro, della quale si sentivano i colpi di martello cadenzati e lo stridio delle lime.

 

***Le gaffe, erano delle lunghe aste, con un uncino alla punta, utilizzate già all'epoca dei romani, che servivano per facilitare l'attracco di piccoli battelli o le rimozioni di materiali pesanti, come in questo caso i blocchi di ghiaccio.

 

Raccolta di ghiaccio ai ghiacciai di Le Pont, 1881-1182. La maggior parte del lavoro è fatta ancora in maniera artigianale, con l'impiego di un gran numero di operai
Raccolta di ghiaccio ai ghiacciai di Le Pont, 1881-1182. La maggior parte del lavoro è fatta ancora in maniera artigianale, con l'impiego di un gran numero di operai

 

Dopo la prima parte delle festività, segue una seconda sotto forma di un banchetto ben organizzato nelle sale del Municipio, aperta a tutti coloro che in un modo o in un altro avevano, partecipato alla lavorazione del ghiaccio.

 

La temperatura interna diventa un "poco" più alta di quella del ghiaccio, grazie all'allegria regnante fino a tarda notte. Musica, canti e discorsi si susseguivano senza interruzioni; Brindisi per gli operai, dal signor Duveray, alla strada di Vallorbe da M.Rochat, membro dell'amministrazione comunale, al ghiacciaio, a tutti coloro che avevano dato il loro contributo, dal signor Lucien Raymond  che diceva : " la creazione di questa fabbrica é la prova che un'iniziativa, perseguita con buona volontà e perseveranza, si realizza.  Il nostro paese offre risorse che noi non immaginiamo e la nostra riconoscenza va a i fondatori di un'impresa che offre un lavoro ben retribuito ad un buon numero di nostri concittadini, fino allora disoccupati, sopratutto in questi periodi dell'anno".

 

In poche parole, fu una festa ben riuscita che ognuno ricorda con piacere. Grazie ai generosi impresari che l'hanno offerta e data prosperità al Ghiacciaio della Valle."

 

FAVJ del 24 febbraio, 1881

 

Litografia del primo XX secolo. C'è gioia!
Litografia del primo XX secolo. C'è gioia!